
Ragazzi, sono allibito. Sul serio. Ero indeciso se scrivere o meno la mia opinione in merito a quanto avvenuto durante la Live Streaming dedicata al lancio dello Zino Mini Pro, ma alla fine ho ritenuto di dover spendere qualche parola a riguardo.
Ma andiamo con ordine. Il 5 Giugno scorso, Hubsan avvia la diretta mondiale con la quale mostra a tutti, per la prima volta, un modello reale del nuovo drone. D’altra parte in molti cominciavano a chiedersi se questo piccolo capolavoro della tecnologia (almeno sulla carta) esistesse davvero, visto che per mesi abbiamo visto soltanto rendering.
A guidare l’evento un tecnico della casa e una interprete, che aveva il compito di facilitare la comunicazione tra gli spettatori, che potevano fare domande in diretta, e il co-protagonista della scena, che aveva il compito di rispondere e fugare ogni dubbio.
Personalmente ho iniziato a storcere il naso già dall’inizio, quando una improbabile regia, invece di mantenere una inquadratura decente, ha allargato il campo mostrando il “loculo” nel quale avveniva la presentazione, inquadrando anche le luci (mal posizionate) e i separé.

Ok, forse per qualcuno questo potrebbe non essere importante, ma fermatevi a pensare per un secondo all’importanza di questa live per Hubsan.
Stiamo parlando di una azienda che, per carità, ha una discreta esperienza nel settore, ma i cui modelli, di certo, non sono mai stati nemmeno lontanamente concorrenti di droni di riferimento come quelli della famiglia Mavic, né hanno impensierito più di tanto altri concorrenti come FIMI (basta fare un confronto tra le vendite del Fimi X8 e la miriade di modelli ZINO).
Poi, pochi mesi fa, come un fulmine a ciel sereno, Hubsan annuncia il nuovo “market breaker” ovvero il modello Zino Mini Pro. Un drone con caratteristiche tali (vedi il mio articolo precedente) da spazzare via la concorrenza.
E qui la prima domanda: se una azienda investe tanto in R&D per creare un gioiellino del genere, come può allestire un evento live senza alcuna cura per qualità della scena, delle luci, dell’audio, della regia e dei frontman?
Ma andiamo avanti. Continuo a vedere la live e dopo poco arriva il primo dato interessante, ovvero la conferma del peso del drone: 249,2g. A questo punto qualcuno vuole prove più concrete, il pubblico vuole essere certo che quello pesato sia un modello funzionante.
E qui, secondo me, si gettano le basi per la figuraccia finale.
Senza pensarci due volte, il tecnico accende il drone e lo passa ad un collega che lo poggia a terra, per farlo decollare pochi istanti dopo. Un drone del genere, in uno spazio di una decina di mq al chiuso, acceso e fatto decollare senza calibrazione e senza apparentemente impostare nulla. Tutto questo al minuto 12:22.
Al minuto 54:30, dopo 42 minuti di hovering il povero drone, lasciato a ronzare per tutta la durata di una live tremendamente noiosa, viene finalmente abbandonato dalla batteria, e precipita rovinosamente in una tendina laterale.
Ora, durante l’evento di lancio del Zino Mini Pro, lasciare che il drone vada in crash, non è esattamente una bella pubblicità…
L’operatore cosa stava facendo? Perché ha ignorato gli avvisi di low battery?
Ovviamente il popolo del web si è focalizzato prevalentemente su questo “incidente”, che avrà indubbiamente un ritorno di immagine estremamente negativo. Ma dopo 42 minuti di hovering, in quelle condizioni, senza un controllo da parte dell’operatore, quale altro epilogo doveva esserci?
Personalmente non ritengo che questo crash sia un valido elemento di valutazione del drone, anzi, 42 minuti di hovering sono una conferma inaspettata!
Ma, sempre a parer mio, lo Zino Mini Pro meritava un evento strutturato in maniera decisamente diversa, magari in una location all’aperto, dove mostrare le doti di volo, la qualità delle riprese, l’efficacia dei sensori anti collisione etc.
Difficile ipotizzare quali saranno le ripercussioni, da un punto di vista di marketing, di questa disastrosa live, ma certo è che Hubsan non ha fatto una bella figura!
Voi cosa ne pensate?
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